Fisco, la spinta sui Comuni. Il Mef: «Ora un'Agenzia ad hoc per migliorare la riscossione dei tributi locali»

Ministero al lavoro con spa di Stato e Anci. La soluzione manterrà il pubblico il recupero, gli enti oggi devono tenere fermi 6 miliardi

giovedì 10 luglio 2025 di Andrea Pira
Fisco, la spinta sui Comuni. Il Mef: «Ora un'Agenzia ad hoc per migliorare la riscossione dei tributi locali»

Alleggerire i compiti della Riscossione, togliendole la gestione del recupero dei crediti più piccoli e permettendo all'ente di concentrarsi sui grandi evasori. Ma soprattutto, velocizzare la capacità dei Comuni di recuperare le tasse non pagate dai cittadini.

Per uscire da quella che il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha definito «la trappola» del non riscosso dagli enti locali – spesso porta d'ingresso verso il pre-dissesto o il dissesto – prende corpo il progetto di costituire un ente ad hoc, incaricato soltanto della gestione e della riscossione dei tributi di Comuni, Città metropolitane, Province e Regioni.

Oggi, parte delle multe e delle imposte locali che diventano cartelle esattoriali viene affidata all'Agenzia delle Entrate-Riscossione (Ader). Alcuni enti hanno invece agenzie proprie o società in-house. Il flusso continua ad alimentare la mole del cosiddetto "magazzino della riscossione" che, nonostante una lotta all'evasione capace di recuperare lo scorso anno la cifra record di 33,4 miliardi, continua a crescere e ha ormai sfondato il muro dei 2.175 miliardi di euro.

Anche a livello locale il magazzino ha numeri tutt'altro che indifferenti: 25 miliardi di crediti iscritti a ruolo, secondo i dati dell'Anci (l'associazione che delibera i Comuni italiani), di cui 6 miliardi ancora esigibili.

Le ragioni

«Nonostante l'affidamento ad Ader possa risultare vantaggioso per i Comuni, soprattutto per quelli di minori dimensioni, grazie alle economie di scala e agli strumenti – anche informatici – potenzialmente più efficaci di cui Ader dispone, non si osserva negli anni un incremento significativo della riscossione», ha sottolineato Giorgetti davanti ai parlamentari della commissione sul federalismo fiscale. Il dossier è stato affrontato anche nelle discussioni con i primi cittadini. Da anni l'Anci lavora per il rafforzamento nazionale del sistema di riscossione locale, anche per ovviare all'impatto di dover tenere accantonati più di 6 miliardi nel Fondo sui crediti di dubbia esigibilità.

I contorni del nuovo veicolo con cui muoversi sono ancora in fase di discussione. «Siamo impegnati in una fitta agenda di incontri operativi con tutti gli attori coinvolti: Anci, Upi, Agenzia delle Entrate, i dipartimenti del Mef, Sogei, PagoPA e le principali società partecipate dallo Stato», ha spiegato il sottosegretario al Mef, Lucia Albano, «Serve una governance integrata, che valorizzi le competenze locali, potenzi gli strumenti tecnologici già disponibili e garantisca piena interoperabilità tra le banche dati».

Il nuovo ente potrebbe beneficiare delle economie di scala dell’Agenzia delle entrate, con una struttura informatica avanzata.

Giorgetti ha ipotizzato la nascita di una sezione dedicata dell’Agenzia delle Entrate o, in alternativa, una partecipazione di Anci e di Ifel, la fondazione che assiste i sindaci sui temi della finanza e dell’economia locale.Quest’ultima ipotesi guadagna consensi. Secondo quanto trapela, la soluzione più probabile è costituire un nuovo ente pubblico o un’agenzia che faccia interamente capo agli enti locali stessi, per primi i Comuni. La nuova entità dovrà occuparsi del recupero di Imu, Tari, Tosap, multe.

Un dato sottolineato da chi segue il dossier è la natura pubblica del nuovo possibile ente. L’argomento è già stato sollevato in Senato, dove è in corso un’indagine conoscitiva sul magazzino fiscale e sulle idee migliori per fare pulizia e riuscire a riscuotere il recuperabile. Tra le ipotesi di lavoro è circolata la possibilità di affidare l’incarico a una partecipata dello Stato. In questo modo, lo smaltimento resterebbe nel perimetro pubblico. L’identikit della società cui affidare il compito aveva quindi puntato l’attenzione su Amco, l’azienda sotto l’ombrello del Tesoro che si occupa di gestire crediti deteriorati e recuperare debiti.

Negli ultimi mesi, l’azienda guidata dal banchiere Andrea Munari si è anche attrezzata per intervenire sui tributi dovuti dai cittadini a Comuni e pubblica amministrazione. A febbraio ha infatti acquisito l’80% del gruppo Exacta, specialista proprio in questo segmento. L’eventuale coinvolgimento di Amco sarebbe però a più ampio spettro, coprendo anche altri ruoli affidati all’Agenzia delle Entrate, non soltanto quelli spettanti alle amministrazioni locali.

Istituire un ente specifico rientra, in ogni caso, in un percorso che ha come traguardo semplificare e rendere più efficiente il modo in cui le amministrazioni locali gestiscono i tributi a loro dovuti.

Le semplificazioni

Il decreto legislativo attuativo della riforma che affronta il fisco locale estende infatti anche agli enti territoriali strumenti come l’adempimento spontaneo e l’invio di lettere di compliance e avvisi bonari, prima di far partire gli accertamenti.

I Comuni potranno inoltre usare la cosiddetta definizione agevolata – ossia una sorta di sanatoria con sanzioni e interessi ridotti – e potranno ridurre il dovuto per chi sceglie di pagare con addebito sul conto corrente. Il governo era già intervenuto sul tema della riscossione con nuove procedure e, per le cartelle affidate all’Agenzia dal primo gennaio scorso, prevedendo il discarico automatico nel caso non si riesca a incassare il dovuto entro cinque anni.

Il che non vuol dire cancellazione, almeno non sempre. Fintanto che non andranno in prescrizione, potranno essere riscosse in modo coattivo dall'ente creditore stesso, ossia i vari Comuni o gli ordini professionali, che quindi torneranno a occuparsene direttamente. Mettendoli a gara oppure ridandoli all'Agenzia per due anni, ma soltanto se si ritiene possibile recuperare la cifra dovuta.

Ultimo aggiornamento: 18:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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