Aggressione omofoba ai ragazzi transgender, il sindaco De Toni: «Città dell'apertura e dell'accoglienza, segnale che ci chiede una presa di posizione»

L'aggressione è avvenuta dopo l’evento Fomo a pochi passi dal parco di cemento. I due ragazzi, di 25 e 26 anni, sono andati in ospedale per farsi medicare

domenica 27 luglio 2025 di Redazione web
Aggressione omofoba ai ragazzi transgender, il sindaco De Toni: «Città dell'apertura e dell'accoglienza, segnale che ci chiede una presa di posizione»

UDINE - Sull'aggressione ai ragazzi transgender, il sindaco De Toni è netto: «Udine è città dell'apertura e dell'accoglienza, segnale che ci chiede una presa di posizione». Occorre «una riflessione seria, urgente e collettiva. È un segnale che ci chiede una presa di posizione in linea con quanto abbiamo sempre percorso politicamente.

Udine è una città dell'apertura e dell'accoglienza, dell'inclusione e della ricchezza umana e culturale. È una città che da sempre si è battuta per i diritti civili e per i diritti di tutti, compresi i più piccoli», dice De Toni.

I due transgender, di 25 e 26 anni, sarebbero stati picchiati per il solo orientamento sessuale. Il fatto è accaduto venerdì sera al festival Fomo al parco Desio dove i due ragazzi erano intervenuti proprio per parlare di sicurezza sociale in città.

Le indagini

I carabinieri del Nucleo Radiomobile di Udine avrebbero già individuato i responsabili, si tratterebbe di giovanissimi cittadini italiani già noti per episodi analoghi. Le due vittime sarebbero state prima insultate e poi percosse mentre si recavano nei servizi igienici, lato maschile. Gli aggressori sono fuggiti subito dopo.

Mentre l'Arcigay parla di «clima di intimidazione», il sindaco De Toni ricorda che «di recente, in città, è stato aperto il Centro Anti-Discriminazione (Cad), spazio gestito da Arcigay con il finanziamento dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - e con la collaborazione del Comune». Si tratta di «servizi prioritari: servono a dare voce, sostegno e protezione a chi è più esposto».

De Toni infine ha criticato «certe affermazioni pubbliche, come quelle di esponenti politici come l'ex generale Roberto Vannacci, che alimentano divisioni e odio sociale, perché sdoganano l'idea che esista una libertà di offendere e aggredire chi è diverso. Questo modo di fare politica non ha nulla a che vedere con la costruzione del bene comune e con la responsabilità pubblica».

Ultimo aggiornamento: 18:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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