Una giornata di pausa, almeno dagli impegni ufficiali. Per prepararsi al lunedì di fuoco in consiglio comunale e, soprattutto, riflettere sul da farsi. Sabato lontano dai riflettori, per Beppe Sala. E' a casa sua il sindaco di Milano, finito indagato nell'inchiesta sull'urbanistica che ha travolto il capoluogo lombardo e terremotato la sua giunta, con la richiesta di domiciliari per l'assessore alla Rigenerazione urbanistica Giancarlo Tancredi, su cui nei prossimi giorni dovrà esprimersi il gip.
I tormenti
Tancredi, dopo l'ultimo incontro col primo cittadino ieri a Palazzo Marino, ha già rimesso il mandato nelle mani del sindaco.
La decisione
La decisione se restare fino al 2027 opppure no maturerà tra oggi e domani. Tra i collaboratori c'è chi assicura che il sindaco intende restare in sella, e bolla come "voci" quelle che lo vorrebbero pronto al passo indietro. Di certo c'è che lunedì sarà in consiglio comunale, per riferire la sua verità sui fatti. E lì si saprà se la decisione sia quella di affrontare l'inchiesta da Palazzo Marino o di lasciarne la guida. In quest'ultimo caso, si riaprirebbe la corsa al voto, con il centrodestra - e soprattutto la Lega - che già scalpita e chiede di individuare al più presto un candidato. Se invece Sala sceglierà di non fare il passo indietro, quasi certamente accetterà le dimissioni del suo assessore. Preparandosi, forse, a un mini rimpasto di giunta. Mentre un'altra possibilità è quella secondo cui il sindaco potrebbe aspettare almeno fino agli interrogatori di garanzia di mercoledì, che potrebbero chiarire almeno in parte il quadro. Ipotesi, per ora, con poche certezze. Se non il messaggio mandato dal Pd. Che al netto della permamenza del sindaco, chiede un cambio di passo.